Centro di Nutrizione e Consulenza a Caltagirone (CATANIA, Sicilia)

6 giugno 2012

Bibite gassate e sovrattassa

Intervento della dott. Simona Sampirisi nella rivista Mixer


Per definizione con il termine “junk food” (cibo spazzatura) ci si riferisce a tutta quella categoria di alimenti ad alto contenuto in grassi saturi (precursori del colesterolo) e/o zuccheri e/o di calorie che, secondo studi condotti nel 2008, causerebbero, oltre all’obesità, anche un’ alterazione dell’attività cerebrale in modo simile a sostanze stupefacenti come la cocaina o l'eroina.... (continua...)
Stiamo parlando di merendine, bibite gassate, fast food, alcolici e dolci in genere, purtroppo senza fare alcuna reale distinzione di sorta. Ad oggi non esiste ancora una lista dove siano elencati gli effettivi alimenti incriminati. Una cosa è certa che la Francia nel 2005 ha vietato la vendita di bibite gassate e barrette di cioccolato nei distributori automatici delle scuole, seguita dalla Lettonia e dal Regno Unito mentre in Irlanda, Norvegia e Svezia si vieta la pubblicità di fast food e , addirittura, di cioccolato e dolci in genere.
Quello che noi oggi chiamiamo “junk food”, come se fosse del cibo inventato nei giorni nostri, in realtà è sempre esistito. Per esempio l’Hamburger o Polpetta è nato nel 1836, la “gassosa” nel 1883, la coca cola nel 1886, la grappa nel  511 d.C., la birra nel 3500-3100 a.C., il vino circa 2 milioni di anni fa, il cacao nel  1000 a.C...
L’atto dell’alimentazione ci viene tramandata dalla famiglia, colpevole della “cattiva educazione alimentare”. Incriminare cibi come il cioccolato o gli alcolici nel senso più lato, e perché no anche le bevande gassate, sarebbe come rinnegare la nostra cultura.
Il consumo smisurato di questi cibi negli ultimi venti anni ha causato l’aumento, a livello esponenziale, di obesità infantile e adulta con insorgenza di patologie gravando pesantemente sulle casse dello Stato.  Le Nazioni degli U.S.A. e dell’U.E. sono corse ai ripari e in Italia si pensa di imporre la “Tax Food” sui junk food, ossia una sovrattassa di 0,30 centesimi per ogni bottiglietta da 33 cl che possa servire da monito alle famiglie che sottostimano il problema. Nel nostro Paese questi prodotti sono già penalizzati dall’aliquota IVA del 21% a differenza della maggior parte dei prodotti alimentari che godono di aliquote ridotte al 4% o al 10% mentre la media UE sulle bevande analcoliche è del 16,5%. A mio modesto parere la tassa non risolverebbe alcun problema e le famiglie continuerebbero comunque a sottostimare il problema. L’unico modo, a mio avviso, di affrontare il problema è quello di iniziare seriamente a pensare di introdurre corsi rivolti a giovani, a famiglie e a ristoratori sull’ Educazione Alimentare.
E’ indubbio che il nuovo formato delle bottigliette o lattine (25-20 cl) potrebbe essere il primo passo verso una corretta alimentazione, in questo modo si  risolverebbe non solo il problema della eventuale Tax food ma anche quella della corretta porzione indicata dai nutrizionisti affinché non si abbiano ripercussioni sulla salute, ossia 1 bicchiere di bevanda gassata o di bevanda alcolica1 al dì2; circa 80 calorie la prima (con in media 20 gr di glucidi; 0,10 gr di protidi e 0,02 gr di grassi) e 110 calorie la seconda (con in media 4,30 gr di glucidi; 0,20 gr di protidi e 0 gr di grassi). Il formato  monoporzione di 20-25 cl potrebbe facilitare il giusto consumo di bevande riducendo, quindi, gli eccessi.

1 vino o birra
2 valido per età > 18 anni