Centro di Nutrizione e Consulenza a Caltagirone (CATANIA, Sicilia)

15 giugno 2008

L’attività fisica con la Nutrizione come prevenzione e trattamento all'obesità infantile


UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZEFACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIACorso di laurea specialistica in “Scienze della Nutrizione Umana”Corso di “Medicina dello sport” Prof. Giorgio GalantiProfessore Ordinario in Medicina Interna Azienda Ospedaliera Careggi Firenze; Cattedra di Medicina dello Sport


Relazione di :
dott.ssa Simona Sampirisi


“l’obesità infantile” è uno tra i problemi che è in continuo aumento e, in molti Paesi europei, un bambino su cinque è affetto da obesità o sovrappeso. Un preoccupante dato di fatto è rappresentato dalla persistenza dell’obesità infantile nell’età adulta, con conseguente aumento dei rischi per la salute. L'obesità pediatrica costituisce una realtà preoccupante e di difficile gestione clinica, che si caratterizza per l'elevata prevalenza e per la comparsa di complicanze (diabete mellito, ipertensione, dislipidemia) sempre più precoci ed importanti, circa il 25-50% dei bambini obesi mantiene l'eccesso ponderale anche in età adulta2 con conseguente aumento dei rischi per la salute e un’inevitabile ripercussione psicologica: infatti, l'obesità infantile comporta spesso una diminuzione dell'auto-stima e persino sindromi depressive".
Il fenomeno ha una rilevanza sia da un punto di vista epidemiologico che da un punto di vista economico inquanto l’umento degli individui in sovrappeso determina un continuo aumento dei costi sociali dovuti per il controllo delle complicanze che comporta tale patologia.
La prevenzione risulta essere oggi più importante che mai, bisogna comunicare e insegnare l’importanza della salute partendo da un’educazione alimentare associato allo sport e quindi un sano stile di vita. Le scuole sono l’ambiente più vicino ai bambini e ai genitori, la base di una buona educazione nasce dalla conoscenza e dalla consapevolezza di ciò a cui si và incontro con una patologia come l’obesità...



...Per obesità si intende un accumulo eccessivo e generalizzato di grasso nel tessuto sottocutaneo, ma anche negli altri tessuti e può essere associato ad alterazione di parametri metabolici con problemi di sovraccarico fisico e disagi psico-sociali3.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l'allarme: nell' European Health report 2002, il rapporto sulla salute in Europa nell'anno 2002, pubblicato dall'Ufficio Regionale Europeo dell'OMS, l'obesità è definita come una vera e propria epidemia estesa a tutta la Regione Europea. "In molti Paesi europei - si legge - più della metà della popolazione adulta si trova al di sopra della soglia di "sovrappeso" e circa il 20-30% degli individui adulti rientra nella categoria degli obesi ("clinically obese")...


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L’obesità in età infantile come fattore di rischio
L’obesità è un importante fattore di rischio per tutta una serie di patologie e condizioni cliniche che includono:
- Fattori Metabolici e non: l’ipertensione, l’iperinsulinemia, l’intolleranza al glucosio fino al diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, neurologiche, alcune forme di cancro, calcolosi alla cistifellea
- Fattori Fisici: condizioni ortopediche, asma.
- Fattori Psico-sociali: conseguenze emozionali, sociali e psicosociali immediate per il bambino e l’adolescente. Tra queste, anche quelle legate al bullismo in ambito scolastico, a sua volta associato a rischio di depressione e ansia. Inoltre, i bambini sovrappeso godono di autostima più bassa e sono riconosciuti e meno accettati tra i compagni di giochi e a scuola (aspetto determinante, questo, per il loro sviluppo sociale e psicologico). Infine, i bambini in sovrappeso-obesi, proprio per il ridotto livello di autostima, saranno maggiormente suscettibili a comportamenti negativi per la salute: consumo di alcol, fumo di sigaretta (Lobstein et al, 2004)9,10....


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Periodi a rischio di insorgenza dell’obesità infantile
Esistono almeno 3 periodi nell’arco della vita di un soggetto nelle quali esiste una maggiore probabilità che insorga l’obesità: il primo anno di vita, l’età compresa tra i 4 ed i 6 anni ed il periodo puberale. Tre sono anche i periodi di iperplasia degli adipociti11. Il tessuto adiposo può aumentare per iperplasia (aumento del numero delle cellule adipose) e/o per ipertrofia (aumento del volume delle stesse). Infatti, un eccesso dei consumi alimentari determina, a lungo andare, un eccesso di massa grassa e la comparsa di fenomeni quali sovrappeso ed obesità....



...È dimostrato che uno stile di vita sedentario nell’infanzia favorisce lo sviluppo di malattie cardiovascolari , diabete e obesità in età adulta26. Una moderata attività fisica, come camminare o andare in bicicletta offre sostanziali benefici per la salute: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, bambini > 2 anni dovrebbero impegnarsi in un’attività fisica moderata- intensa per almeno 30 minuti , tutti i giorni o più giorni alla settimana. Per attività fisica moderata-intensa, s'intende l’intensità degli esercizi che è stata definita in base alla frequenza cardiaca e che in generale quella moderata consiste in 30 minuti di jogging ad una andatura controllata, mentre quella intensa consiste in 30 minuti di corsa o scatto.
Le abitudini sedentarie dopo la scuola (abuso di televisione e computer), diminuiscono l’efficacia dell’educazione fisica svolta a durante le ore scolastiche.


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L’inattività è un fattore che contribuisce enormemente a mantenere l’obesità infantile


Raccomandazione degli sport più adatti per l’età e l’IBM
Nei bambini in età scolare un programma tipo di esercizio strutturato prevede:


- BMI 17-20: Bambini (3-11 aa): sovrappeso. Sono raccomandate attività aerobiche contro gravità, come camminare, esercizi su treadmill o stair climber, partecipare ad attività sportive come tennis, arti marziali, sciare, ginnastica indoor, nuotare, danzare, danza aerobica.

- BMI 19-24: Bambini (3-11 aa): obesi. Raccomandate attività aerobiche: innanzitutto non contro gravità, come nuotare, andare in bicicletta, training aerobico o di carico(strength), danza aerobica specifica per gli arti superiori, ergometro per le braccia (crank), bicicletta da sdraiato e marcia intervallata da frequenti riposi.BMI ≥ 24,1: Bambini (3-11 aa): gravemente obesi. Può essere indicata una supervisione specialistica settimanale.

- BMI ≥ 24,1: Bambini (3-11 aa): gravemente obesi. Può essere indicata una supervisione specialistica settimanale.

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Intervento nutrizionale:
La dietoterapia è soltanto uno dei componenti terapeutici dell'obesità, anche in età evolutiva. L'obiettivo del trattamento è volto a modificare il comportamento scorretto dello stile di vita, a migliorare la dieta, a incrementare l'attività fisica e diminuire l'inattività, garantendo una crescita fisiologica34,35,36.
L'intervento nutrizionale deve essere effettuato nei soggetti con:
- Sovrappeso in presenza di complicanze o fattori di rischio
- Obesità con o senza complicanze37
E' prioritario intraprendere un programma dietoterapico solo quando i bambini e la famiglia appaiono intenzionati a fare i necessari cambiamenti nello stile di vita38.
L'approccio iniziato precocemente (tra i 2-3 anni di vita) sembra dare risultati più duraturi (American Academy of Pediatrics, 40).


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La strategia terapeutica prevede:


1) in presenza di un singolo errore alimentare individuato: la correzione dello stesso senza necessariamente modificare l'intero schema alimentare;
2) in presenza di un eccessivo introito calorico: l'adozione di uno schema alimentare normocalorico bilanciato per l'età con riduzione graduale dei cibi ad alta densità calorica e alto contenuto di grassi.
3) in presenza di uno stile di vita caratterizzato da sedentarietà: lo sviluppo di un'idonea attività motoria in grado di riequilibrare il bilancio energetico;
4) in presenza di complicanza clinica accertata, in genere associata a obesità di grado medio-elevato: l'adozione di uno schema dietetico moderatamente ipocalorico e bilanciato, somministrato in linea con delle raccomandazioni dietetiche39,40,41,42,43: per dieta bilanciata ipocalorica s'intende uno schema caratterizzato da: un apporto energetico inferiore (riduzione del 30%di calorie rispetto al fabbisogno energetico raccomandato) con distribuzione calorica tra i macronutrienti simile a quella normale, distribuita fra 5 pasti, dando la preferenza alle proteine (circa il 15-20%), con riduzione soprattutto della quota lipidica (25-30%). La quota proteica percentualmente elevata tende a mantenere un apporto normale in grammi/kg di proteine per impedire una negativizzazione del bilancio di azoto. Il fine di tale dieta è quello di ridurre il peso del ragazzo gradualmente, ma in maniera evidente, abituandolo ad una corretta alimentazione. La distribuzione dei pasti deve avvenire in 5 appuntamenti con il cibo, così suddivise: 15% di calorie a colazione, presenza di frutta e verdura nella giornata, due piccoli snacks che apportino un 10-15% di energia, 35-40% a pranzo, 30% a cena.


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Raccomandazioni dietetiche per prevenire l’obesità infantile

Il Royal College of Paediatrics nell'anno 2002 ha pubblicato le seguenti raccomandazioni dietetiche nella prevenzione dell'obesità in età scolare53:


1) Dieta sana ed equilibrata, non monotona, che alterni quotidianamente tutti i principi alimentari in quantità adeguate per evitare carenze dei principi nutritivi, con un apporto del 10-15% di proteine, del 28-30% di grassi e del 60% di carboidrati.

2) Evitare l’eccessiva introduzione di calorie, ma mangiare in relazione a quanto si consuma e dare il tempo al bambino di mangiare con tranquillità per favorire il senso di sazietà. Il fabbisogno energetico varia in funzione dell'età, del sesso, della conformazione fisica, della statura e del tipo di attività che si svolge.

3) Somministrare un corretto frazionamento dei pasti e delle calorie nella giornata con una suddivisione del 15% nella colazione, 5% nello spuntino, 40% nel pranzo, 10% nella merenda e 30% nella cena,, evitando ulteriori cibi fuori pasto.

4) Dare una giusta ripartizione di nutrienti attraverso la rotazione dei vari alimenti con la riduzione di apporto di proteine e grassi animali, di glucidi semplici con una rivalutazione dei glucidi complessi. Si raccomanda inoltre un'adeguata assunzione di fibra attraverso l'utilizzo di frutta, verdura e legumi, presentati in maniera visivamente gradevole (almeno 5 porzioni al giorno), un minor apporto di sale, l'uso di acqua semplice e non di bevande zuccherate e di metodi di cottura che esigono pochi grassi.

5) Una corretta educazione alimentare non può prescindere dalla riduzione del comportamento sedentario e dall'incremento dell’esercizio fisico, in particolare quello effettuato all’aria aperta, con una riduzione, quindi, della vita sedentaria, e soprattutto delle ore trascorse davanti alla TV.