L’Iperuricemia è una condizione
fisiopatologica caratterizzata da un eccesso di acido urico nel sangue, in conseguenza della sua maggiore produzione e/o
della sua ridotta eliminazione renale.
Nel primo caso, l'aumentata produzione di acido
urico può derivare da alterazioni congenite specifiche degli enzimi del sistema
che metabolizza le purine “Iperuricemia da carenza congenita”
(sostanze costitutive
degli acidi nucleici che vengono eliminate - quando sono in eccesso- sotto forma
di acido urico), oppure da difetti enzimatici di altre vie metaboliche, con
aumento della sintesi ex-novo, o ancora da malattie sistemiche che provocano un
aumentato turn-overcellulare, con
ricambio continuo di acidi nucleici, come le malattie mielo- e
linfo-proliferative o le malattie emolitiche.
Nel secondo caso,
accanto a forme primitive legate a una difetta capacità renale di eliminazione
dell'acido urico, si trovano le “Iperuricemia secondaria a fattori ambientali”
cioè secondarie alla diminuzione della
filtrazione glomerulare in corso di insufficienza renale cronica, insufficienza
corticosurrenale, diabete insipido o terapia diuretica,
sedentarietà, sovra-alimentazione, abuso di alcool, etc.
Nelle
prime fasi la patologia può decorrere in modo asintomatico, spesso diviene
manifesta con il termine di “GOTTA” nel tempo. La manifestazione “gottosa” della malattia si
caratterizza per limitazione funzionale algica di una (monoartrite) o più articolazioni
(poliartrite) in cui i sali di acido urico si depositano creando cristalli che ....
alterano
la normale biomeccanica muscolo-tendinea, sinoviale e ossea, progredendo verso
una progressiva degenerazione e la formazione di “tofi” (grossi
depositi di acido urico sottoforma di noduli che possono arrivare a pesare
anche alcuni etti a livello delle articolazioni e delle regioni che le
circondano, ed in tutte le cartilagini, come quelle delle orecchie o del naso).
A queste fasi acute, che spesso insorgono di notte impendendo il sonno, seguono
periodi di totale benessere, in cui il paziente non lamenta nulla. Nella
fase acuta si rileva a livello delle articolazioni gonfiore, calore al
termotatto e dolenza alla mobilizzazione con conseguente riduzione della
funzionalità. Nell’80% dei casi l’articolazione più frequentemente colpita
dalla gotta è quella dell'alluce (uno o entrambi), però la flogosi può
interessare anche in prima istanza: piede, caviglia, ginocchio, gomito, polso,
spalla. Talvolta l’iperuricemia, perché si manifesti, necessita di fattori
scatenanti, che possono essere anche i più vari e disparati tra loro: una lunga
camminata o una corsa, una mangiata o una bevuta abbondanti, il passaggio da un
livello di altitudine a uno superiore (per esempio dal mare alla montagna), le
difficoltà a respirare (per esempio causate dal russare e dal fenomeno delle apnee
notturne).
In atto
sono disponibili farmaci efficaci nel combattere l'iperuricemia, come
l’allopurinolo ma ciò non riduce
l’importanza del corretto regime dietetico da associarsi ad una riduzione del
peso corporeo.
In
presenza di gotta o iperuricemia è quindi importante escludere tutti gli
alimenti ricchi in purine e limitare gli eccessi proteici secondo quanto
indicato dalla seguente tabella:
Alimenti ad elevato contenuto
di purine
(da 150 ad 800 mg/100 g)
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Alimenti a contenuto medio di
purine
(da 50 ad 150 mg/100 g)
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Alimenti a basso contenuto di
purine
(da 0 ad 15 mg/100 g)
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alici o acciughe, sardine, animelle, fegato,
rognone, cervello, estratto di carne, selvaggina
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carni, pollame, pesce, crostacei, salumi e insaccati
in genere; piselli, fagioli, lenticchie, asparagi, spinaci, cavolfiori, funghi
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latte, uova, formaggi, verdure, ortaggi (eccetto
quelli sopraelencati), frutta, pasta e gli altri cereali (fatta eccezione per
germe di grano e prodotti integrali).
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ALIMENTI CONCESSI LIBERAMENTE
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ALIMENTI DA
CONSUMARE MODERATAMENTE
N.B.:gli alimenti sotto indicati possono essere
consumati in quantità massima di 100 g una sola volta al dì e non possono
essere abbinati ad altri cibi della stessa lista. Nel caso di legumi secchi
il quantitativo va ridotto a 50 g.
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ALIMENTI DA
EVITARE COMPLETAMENTE
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Pane, grissini, pasta, riso, semolino, prodotti da forno in genere salvo
di quelli preparati con farine integrali e germe di grano.
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Carni: manzo, vitello, agnello, maiale preferibilmente magre; prosciutto
sgrassato, bresaola e insaccati in genere.
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Brodi di carne, estratti di carne e dadi
per brodo;
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Verdure,
ortaggi, patate salvo le esclusioni indicate tra gli alimenti da consumare
moderatamente o da escludere
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Pesce
fresco e surgelato e crostacei in genere.
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Sughi
e fondi di cottura di carne, minestre in
scatola
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Frutta
fresca, secca.
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Piselli,
spinaci, cavolfiori, asparagi,
fagioli, ceci, fave, lenticchie, funghi.
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Cervelle,
animelle, fegato, cuore, rognone, selvaggina, oca
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Latte,
yogurt, formaggi
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Latticini;
frutta secca
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Aringhe,
sardine, sgombri, muscoli, cozze, capesante, caviale, altre uova di pesce.
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Zucchero,
marmellata, gelatina di frutta, biscotti, cioccolato.
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alcoolici
in genere
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Lievito
di birra e per panificazione.
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Acque
minerali e naturali gassate e non gassate, succhi e spremute di frutta; te`,
caffè.
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Salse
a base di maionese
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Condimenti quali: olio, burro e margarina
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L'iperuricemia
può avere effetti patologici anche a carico dei reni (nefropatie
tubulo-interstiziali) e delle vie urinarie (calcolosi).
Bisogna
inoltre considerare che una dieta ricca di carboidrati (amido) favorisce
l'escrezione di acido urico, mentre una dieta ricca di lipidi e fruttosio
favorisce la ritenzione di acido urico, se ne deduce che per un paziente
con iperuricemia la dieta dovrebbe quindi essere ricca di acqua (aiuta a
smaltire le purine in eccesso), priva degli alimenti ricchi di
purine, limitando l’apporto di alcol, grassi e fruttosio(presente soprattutto
nei dolci e nella frutta zuccherina ed essiccata come cachi, fichi, uva e
banane) e di calorie in genere.
Le abbuffate
in particolare vanno evitate e la riduzione del peso è consigliata.