Centro di Nutrizione e Consulenza a Caltagirone (CATANIA, Sicilia)

26 marzo 2010

Problemi con il cibo? Parlane!!!

Cosa s’intende per “Disturbo del comportamento alimentare”?

I disturbi del comportamento alimentare costituiscono l’insieme di tutte le sindromi psichiatriche che si manifestano attraverso un comportamento alimentare disturbato.
All’interno di questa definizione sono racchiusi tre tipi di patologie:

1. Anoressia nervosa (AN)
2. Bulimia nervosa (BN)
3. Disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati  (DCAnas)

È opportuno inoltre sottolineare che i disturbi del comportamento alimentare tendono a presentarsi all’esordio in modo eterogeneo, così come nel corso del tempo possono andare incontro a profonde modificazioni cliniche e psicopatologiche, responsabili di oscillazioni lungo un continuum sintomatologico estremamente ampio.

Che cos’è la fame biologica e la fame emotiva

Al fine di meglio comprendere e dominare gli impulsi che la spingono ad una impropria assunzione di cibo, è opportuno che io la metta in condizione di saper riconoscere la fame biologica da quella emotiva:

· la fame biologica è una sensazione soggettiva conseguente alla necessità, da parte dell’organismo, di assumere sostanze nutritive indispensabili per il suo funzionamento;

· la fame emotiva, detta anche "fame nervosa", è una sensazione soggettiva derivante dall’ansia, dalla noia, dalla solitudine, da stati depressivi anche lievi e comunque da stati di sofferenza interiore; alcuni cercano di mitigare questi stati d’animo dolorosi per mezzo dell’assunzione di alimenti capaci di fornire loro molteplici sapori.

Si comprende così come il cibo acquisisce, in condizioni critiche, una valenza impropria in quanto a volte i sapori da esso generati assumono quasi la dignità di sentimenti, capaci di modulare lo stato d’animo.
Sebbene in grado diverso, moltissime persone, anche quelle che non sono in sovrappeso, avvertono la fame emotiva la quale porta all’alimentazione disordinata, alle trasgressioni alla dieta e conseguentemente al sovrappeso, all’obesità e ai problemi di salute.
Non criminalizzare la fame emotiva
Chi soffre di fame emotiva non dovrà considerarla come un sintomo di una malattia o, peggio ancora, una sensazione di cui provare vergogna, ma considerarla semplicemente l’espressione di un disagio.
La fame emotiva non va quindi criminalizzata ma le sue cause dovranno essere, per mezzo del mio aiuto, ben capite affinché si possa finalmente vivere un giusto rapporto con il cibo.

COSA FARE
Di seguito le illustrerò una terapia che potrà contribuire a risolvere il problema della fame emotiva purché lei abbia la necessaria determinazione al raggiungimento di questo scopo; se così non fosse, troverà mille scuse per non iniziare alcuna delle attività sotto proposte.
Deve sapere che nessun risultato potrà essere raggiunto senza dedicare un po’ di tempo a se stessa.
La terapia è composta da una parte chiamata TRAINING e da un'altra parte contenente le INIZIATIVE CONSIGLIATE.

TrainingDovrà svolgere questo training quotidianamente e potrà farlo in qualsiasi momento della giornata, ma preferibilmente nei momenti in cui è soggetta a fame emotiva; la sua durata nel tempo sarà stabilita in funzione dei risultati raggiunti.
Si rechi in un luogo appartato dove potersi rilassare senza essere disturbata; è importante infatti che nessuno interrompa il suo esercizio.
Si metta in posizione rilassata: distesa su un letto oppure in una comoda poltrona.
Una volta acquisita la sistemazione ideale e dopo essersi rilassata, dovrà abbandonarsi ad una libera e piacevole associazione di pensieri, immagini e ricordi.
Il libero fluire di queste associazioni genererà in lei varie sensazioni e sentimenti che sono la manifestazione della ricchezza della sua parte interiore e delle enormi possibilità di pensiero che sono insite in lei.
Questo esercizio dovrà avere la durata di almeno 15 minuti, meglio se durerà di più.
Trascorso questo periodo, dovrà fare delle riflessioni approfondite relative alla differenza esistente tra le sensazioni da cibo e quelle che scaturiscono invece dalla sua interiorità.
Riflessione sulla varietà
Dovrà confrontare la varietà e le tipologie di sensazioni e sentimenti derivati dalla sua libera associazione di pensieri con l’UNICO SAPORE dato dal cibo che stava per assumere.
Riflessione sulla libertà
Dovrà riflettere sulla totale LIBERTA’ di sentire le sensazioni e gli stati d'animo più svariati, durante il training in cui è protagonista dei suoi pensieri, e sulla sudditanza verso la sensazione da cibo e la conseguente condizione di passività nei confronti di un fattore esterno.
Riflessione sulla durata
Dovrà confrontare la DURATA delle sensazioni che scaturiscono dal training con quella della sensazione data dall’assunzione di cibo.
Riflessione sul rimorso
Dovrà confrontate le sensazioni di serenità e gratificazione, provate dopo il training, con la sensazione di RIMORSO che spesso prova dopo aver assunto del cibo per fame emotiva.
Iniziative consigliate
Lei dovrà preferire, tra le attività sotto indicate, lo sviluppo dei rapporti interpersonali che dovrà vivere in modo maturo; se non fosse in grado di approfondirli, dovrà orientarsi prima verso le attività gratificanti, ed eventualmente poi, verso le attività alternative.

1. Sviluppo dei Rapporti Interpersonali

Se lei ha una soddisfacente vita di relazione difficilmente avverte la fame emotiva.
Potrà approfondire le amicizie già esistenti, oppure potrà farne delle nuove.
Se si reputa una persona con un carattere poco intraprendente o restia, per timidezza, ad aprirsi a nuove conoscenze, le consiglio l’iscrizione ad organizzazioni religiose, partiti politici, associazioni sportive, associazioni culturali, organizzazioni in difesa dei diritti di persone (UNICEF) o che operano in difesa degli animali (WWF) o della natura, ecc.; in questi ambienti, condividendo le stesse idee con altri, potrà sentirsi più facilmente coinvolta dal gruppo e stimolata ad approfondire i rapporti interpersonali.


2. Attività Gratificanti
  • Attraverso lo svolgimento di queste attività lei avrà la possibilità di mettere in risalto le sue qualità psichiche e fisiche, con conseguente aumento dell’autostima:
  • navigare in Internet: si colleghi al nostro sito e aderisca alle nostre iniziative, saremo al suo fianco giornalmente per aiutarla a risolvere questo tipo di problematica;
  • frequentare un corso;
  • praticare lo sport preferito;
  • giocare con il proprio animale domestico / accudirlo / preparargli da mangiare;
  • fare giardinaggio;
  • dipingere / disegnare: la invito a rappresentare con la pittura / il disegno i suoi stati d'animo;
  • leggere;
  • studiare;
  • ballare: frequenti corsi di danze folcloristiche latino-americane in quanto attività molto socializzanti e liberatorie;
  • cantare;
  • ascoltare la musica preferita;
  • suonare uno strumento;
  • scrivere una lettera / un racconto;
  • scrivere poesie che hanno come soggetto i suoi stati d'animo;
  • fare meditazione;
  • fare del modellismo;
  • giocare a scacchi / dama;
  • fotografare / riprendere con la videocamera;
  • costruire oggetti di bigiotteria, piccoli giocattoli;
  • pregare;
  • organizzare una festa;
progettare le proprie vacanze.

3. Interessi Alternativi
Lei dovrà scegliere il suo interesse preferito tra quelli sotto indicati e lo dovrà praticare nel momento in cui è soggetta a fame emotiva:
  • telefonare ad un amico/a, ad un parente;
  • guardare la TV: se le piace vedere films, ne acquisti o ne prenda in affitto in videoteca in modo da esserne distratta e interessata;
  • giocare con i video games;
  • uscire di casa (a piedi, in bici, a fare spese, con l’auto, il motorino, la moto, a trovare degli amici);
  • fare ginnastica in casa;
  • bere un caffè / tè;
  • fare la doccia / il bagno;
  • fare delle cure estetiche;
  • fare i lavori domestici (pulire la casa, lavare, stirare);
  • fare la maglia, l'uncinetto, ricamare, fare il tombolo, cucire;
  • provare e riprovare tutti gli abiti del proprio guardaroba;
  • fare del "fai da te";
  • occuparsi delle riparazioni domestiche;
  • spostare la disposizione dei mobili in casa;
  • fare cruciverba / risolvere rebus;
  • fare un puzzle;
  • cimentarsi in un rompicapo;
  • cimentarsi con il cubo di Rubik;
  • giocare a carte / fare casette con le carte;
  • guardare album di fotografie.

ALIMENTAZIONE COME COMUNICAZIONE

Per alcune persone timide e restie ad aprirsi agli altri, il cibo rappresenta a volte un mezzo per superare queste problematiche.
Così i pasti consumati in genere durante il fine settimana in compagnia di amici, in casa o al ristorante, assumono un significato particolarmente importante per i seguenti motivi:

· il timore di essere criticati dagli altri fa confidare nella capacità del cibo di distogliere l’eccessiva attenzione altrui da se stessi, dal proprio modo di pensare e di esprimersi;

· la convinzione di essere noiosi fa confidare nelle molteplici e piacevoli sensazioni che il cibo può fornire agli altri durante l’incontro conviviale, per essere a proprio agio;

· la convinzione, maturata in base ad infelici esperienze passate, di essere persone non degne d’essere amate può rendere difficoltoso il rapporto con gli altri: ci si sente pertanto molto appagati quando, durante le occasioni conviviali vissute in compagnia di altri, si prova quel senso di calore, conforto, rassicurazione e lieve euforia che riporta alle primordiali sensazioni che si provavano quando si riceveva il latte materno dalla madre affettuosa.

Se lei riconosce il suo rapporto con il cibo come la conseguenza di una delle problematiche sopra esposte, potrà parlarne con me alle visite di controllo: le metterò a disposizione tutta la mia esperienza per una loro appropriata analisi ed un adeguato approfondimento, al fine di favorirne una presa di coscienza che la porterà ad avere maggiore fiducia in se stessa e a vivere una maggiore stabilità emotiva.

GRASSO COME CORAZZA


Secondo la mia esperienza professionale, talvolta può verificarsi che il raggiungimento per mezzo della dieta di un aspetto fisico piacevole non sia accettato da alcuni pazienti perché ritenuto possibile causa di un’eccessiva e indesiderata attenzione da parte di persone dell’altro sesso; queste ultime, infatti, con il loro comportamento potrebbero evocare sentimenti indesiderati e a volte ingovernabili.
A mio avviso, in questo modo si attribuisce un ruolo improprio all’aspetto fisico riconducendo esclusivamente ad esso le opinioni e gli eventuali atteggiamenti che gli altri possono avere verso di noi; per correggere tale atteggiamento è sufficiente pensare a tutte quelle persone, equilibrate e mature, che ci giudicano e si interessano a noi per quello che siamo, per le nostre capacità e qualità globali e non solo per il nostro aspetto esteriore.
Credo che, qualora riconoscesse di essere interessata da questo tipo di problematica, un'appropriata analisi e una successiva presa di coscienza della stessa, la porteranno ad avere una maggiore fiducia personale, una maggiore autonomia psicologica dal suo aspetto fisico e una maggiore stabilità emotiva.

IL GRASSO PER IDENTIFICARSI

Poiché la dieta porta ad un cambiamento dell’aspetto fisico, alcuni pazienti possono avanzare riserve circa il raggiungimento del risultato proposto temendo di perdere così alcune caratteristiche tipiche del proprio aspetto fisico, capaci di permettere loro di identificarsi e di distinguersi dagli altri.
Queste convinzioni sono più frequentemente riscontrabili quando ci si trova in una condizione di sovrappeso da molti anni, in certi casi dall’infanzia o dall’adolescenza.
Il miglioramento del proprio aspetto fisico in seguito al calo ponderale non deve, a mio avviso, turbare per il timore di perdere in questo modo una caratteristica tipica di sé stessi. E' sufficiente considerare questo cambiamento fisico come uno dei tanti cambiamenti ai quali nel corso della nostra vita si è già andati incontro: quelli fisici legati ad esempio alla crescita, psicologici e comportamentali dovuti alla raggiunta maturità, di vita legati ad esempio agli impegni di studio, di lavoro o anche quelli importanti relativi alla vita affettiva. L’identità consiste nell’opinione che ognuno ha di sé stesso ed è naturale che essa rimanga sempre la medesima nel corso della vita, come un nucleo permanente e continuativo, e i cambiamenti sopra citati sono solo un mezzo attraverso il quale questa si arricchisce e si rinnova.
Chi ha problematiche relative alla propria identità solitamente dà un’importanza eccessiva all’altrui giudizio tanto che, in certi casi, quest’ultimo diventa più importante del proprio; secondo la mia esperienza, in questo modo si arriva a non essere autonomi per ciò che riguarda le proprie scelte di vita.
Ritengo che alcuni suoi comportamenti rientrino nella tipologia psicologica sopra descritta pertanto la invito, per mezzo di una opportuna analisi di questi problemi, ad emanciparsi dall’altrui giudizio e a fidarsi più del suo, sia per ciò che riguarda l’aspetto esteriore che, in modo più esteso, la sua interiorità.

CIBO COME VEICOLO DI STABILITA’ EMOTIVA

Alcune persone, stressate dalle continue sollecitazioni provenienti dall’ambiente esterno ma anche dalla propria emotività, cercano di fronteggiare questa situazione cercando l’amicizia e l’affetto di persone razionali e rassicuranti; quando però il rapporto con queste persone è problematico perché queste ultime dimostrano scarsa disponibilità al rapporto, allora il loro interesse si riversa sul cibo.
Tipo di mancata adesione
Esse cercano, a questo punto, per mezzo della trasgressione alimentare di riempirsi con sapori noti e familiari che evochino loro sensazioni di tranquillità e benessere: vengono quindi privilegiati alimenti dal sapore pieno, corposo e delicato come il latte, i formaggi, il pane, ecc.
Nel suo caso, quindi, l’assunzione di altri alimenti oltre quelli già assegnati in dieta, può essere ricondotta alla problematica sopra descritta.
Rimedio
L’unico rimedio possibile consiste nella presa di coscienza di questa sua situazione psicologica: una volta portata a livello razionale, infatti, essa sarà per lei più facilmente dominabile.
Durante le visite di controllo potremo parlare di tale problematica e, in base alla mia esperienza, potrò anche darle alcuni consigli sul modo di porsi nei confronti della stessa per poi arrivare a non avere più quel bisogno imperativo di ricercare la sua stabilità negli altri.

ALCUNI CONSIGLI

Sebbene il problema potrà essere risolto solo per mezzo di una adeguata presa di coscienza dei motivi che sono alla base del disturbo del comportamento alimentare, le consiglio di seguito alcune attività che, se svolte regolarmente, le potranno essere di aiuto:
· collegarsi al mio sito Web per aderire alle iniziative da me proposte;
· ascoltare musiche a lei adatte che le potrò consigliare;
· praticare sports come il nuoto o la pesca;
· sottoporsi a massaggi rilassanti;
· passeggiare in campagna, in riva al mare o al lago;
· fare un bagno caldo.

AUTONOMIA NELL’ASSUNZIONE DEL CIBO

Per alcuni pazienti il sapore del cibo riveste un significato molto più ampio della semplice sensazione orale e diventa importante quasi come un sentimento, capace, perciò, di modulare i loro stati d’animo.
Può capitare quindi che, seguendo il piano alimentare che le ho assegnato, lei non si senta libera di scegliere gli alimenti da consumare e quindi di decidere le sensazioni e le emozioni da provare; è probabile che lei senta che sono io, per mezzo della assegnazione degli alimenti, a stabilire le sequenze delle sensazioni da cibo e, quindi, a modulare il suo stato d’animo.
Tipo di mancata adesione al piano alimentare
Le persone che soffrono di certe problematiche fanno delle trasgressioni tipiche al piano alimentare: non assumono o riducono le quantità dei cibi assegnati, credono che le quantità siano "troppe" perché di fatto per loro è "troppo" non essere liberi di scegliere le sensazioni da cibo, sostituiscono cibi assegnati con altri.
Analizzando insieme i motivi di questo tipo di trasgressione, potremo facilmente capire che, alla base di queste, non c’è il disagio dovuto alla sensazione di pienezza, ma piuttosto un tentativo di aderire solo parzialmente alla dieta per i motivi sopra esposti.
Si mette in atto, quindi, un compromesso al fine di tentare di raggiungere i risultati sperati senza però correre il rischio di sentire imposte dagli altri le sensazioni legate al cibo.
Rimedio
Queste problematiche dovranno essere affrontate, affinchè venga ben compresa la natura del disturbo alimentare che, comunque, ha radici profonde nella sua emotività.
Per venire incontro a questa sua esigenza psicologica, le darò altri alimenti in alternativa a molti fra quelli già presenti nel suo piano alimentare fino a farla arrivare, a partire dalla dieta di mantenimento, ad avere una sempre maggiore autonomia nel gestire la sua alimentazione.
Tenga sempre presente, tuttavia, che la vita può offrirle la possibilità di essere protagonista riguardo a scelte più profonde e appaganti di quelle legate al campo alimentare.
Lei è autonoma:
· nei rapporti interpersonali, nello scegliere le persone da frequentare e nell’approfondire o meno il rapporto con loro;
· nella crescita professionale, frequentando corsi e stages di aggiornamento;
· nel coltivare interessi culturali (poesia, musica, pittura, ecc.);
· nelle scelte politiche e negli impegni di carattere sociale;
· negli orientamenti religiosi e spirituali;
· nell’organizzare i vari impegni della sua giornata;
· nello scegliere il tipo di attività fisica da svolgere;
· nello scegliere i suoi hobby e passatempi;
· nell'organizzare la sua casa e i suoi impegni familiari;
· nella scelta dell'abbigliamento e, più in generale del suo aspetto esteriore;
ed è libera di provare altri tipi di sensazioni piacevoli:
· visive: vedere la televisione, andare al cinema;
· uditive: ascoltare la musica preferita, ascoltare la radio.