collaborazione con la rivista nazionale MIXER |
L’arrivo
dell’autunno, come ogni anno, è accompagnata dagli inevitabili sbalzi termici, a
volte anche di 10 °C. La temperatura, come uno Yo-Yo, sale e scende e le
conseguenze sono inevitabili e risapute: raffreddore, faringite, tosse, mal di
testa, ecc. tutti sintomi inequivocabili del cambio di stagione. Il nostro
organismo possiede mezzi di difesa che da soli non sono sufficienti a
proteggerci, perciò è opportuno adottare metodi preventivi ed efficaci di
resistenza e immunizzazione.
In questo
periodo troviamo ortaggi, verdure e frutta ricchi di vitamine e Sali minerali
idonei a migliorare e fortificare le nostre difese immunitarie...
Riflettendoci
un attimo, è palese come la natura ci
aiuti alla preparazione della stagione fredda.
D’estate la
frutta così come gli ortaggi sono molto ricchi di acqua per combattere la
disidratazione, basti pensare all’anguria, alle prugne, ai cetrioli, al
pomodoro ecc..;
invece in autunno tutta la frutta, così come alcuni ortaggi e verdure, sono più calorici e meno ricchi di acqua. Il motivo è intuitivo: d’inverno l’organismo necessita di più energia per combattere il freddo e di meno acqua per stabilizzare la temperatura corporea.
invece in autunno tutta la frutta, così come alcuni ortaggi e verdure, sono più calorici e meno ricchi di acqua. Il motivo è intuitivo: d’inverno l’organismo necessita di più energia per combattere il freddo e di meno acqua per stabilizzare la temperatura corporea.
In questa
stagione, tra le verdure di primo ordine, troviamo: il cavolo, la verza,
i cavolini
di Bruxelles, il broccolo, il cavolfiore e i broccoletti.
Le prime tre rappresentano la parte caratterizzata dalle foglie della pianta,
mentre le ultime tre ne rappresentano l’infiorescenza. Ricchissimi di vitamine
e Sali minerali, se mangiati regolarmente riescono a contrastare il raffreddore grazie ad alcuni principi
attivi che fungono da anti infiammatori delle vie respiratorie. La famiglia dei
cavoli contiene particolari composti chimici chiamati “Isotiocianati”,
capaci di bloccare, se non prevenire, la formazione di cellule tumorali. Per
mantenerne le caratteristiche nutritive
è importante utilizzare metodi di cottura alternativi alla lessatura, in
quanto quest’ultima provoca la denaturazione e la scissione sia dei principi
attivi che degli isotiocianati. La cottura a vapore e la cottura nel forno a
microonde non comportano nessuna perdita nutritiva.
Tutti gli
alimenti ricchi di ferro, come anche il cavolo,
lo spinacio,
i cardi,
i legumi,
le mandorle
ecc. devono essere accompagnati sempre da una leggera spremuta di limone in
quanto l’ac. Ascorbico, vitamina C contenuta nel succo, riduce il Fe3+ in Fe2+ favorendone l’assorbimento tramite trasporto
unidirezionale attraverso la mucosa del digiuno e del duodeno provocando, in
conseguenza, un aumento della sideremia.
Questo è un accorgimento da applicare in particolar modo in caso di anemie.
Per
combattere i sintomi del raffreddore e la formazione di catarro
giallo-verdastro, tipico di infezioni batteriche delle vie respiratorie, è
possibile utilizzare il miele come dolcificante di bevande
calde. Il miele contiene particolari composti chimici tra cui: l’ Inibina, l’ac.
Formico e la Germicidina
che possiedono caratteristiche anti-biotiche capaci di paralizzare lo
sviluppo di alcuni tipi di batteri. Il miele è da preferire con te o tisane,
cioè con bevande a bassa viscosità e con poche caratteristiche emulsionanti e
gelificanti, al contrario il latte potrebbe provocare la formazione di
ulteriore muco nasale e congestione a causa delle sue caratteristiche
chimico-fisiche, infatti il grasso ne aumenta la viscosità.
Un altro
alimento di stagione è il fungo, il cui aspetto, sapore e
odore ne fanno l’emblema dell’autunno.
Il D. P. R. del 14 Luglio 1995, n. 376 che regolamenta la
raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati,
stabilisce quindi non solo la responsabilità del venditore ma anche quella del
compratore in qualità di ristoratore che non può non applicare le metodiche
basilari nell’ acquisto delle materi prime.
Nello specifico l’Art. 3, l’Art. 6 e l’Art. 10 spiegano le conformità dei funghi per il consumo. Il
ristoratore è tenuto a controllare l’etichettatura e la conformità del prodotto
confezionato che deve essere:
·
conforme alle disposizioni di cui al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109
·
deve riportare il nome scientifico del fungo in
questione
·
deve essere indicato l’eventuale obbligo di
cottura nel caso in cui il fungo non possa essere consumato crudo
·
I funghi secchi devono essere venduti interi o sminuzzati,
in confezioni chiuse, con l'indicazione facilmente visibile del nome
scientifico accompagnato dalla menzione di cui all'art. 5, comma 6. Non è possibile acquistare funghi secchi
allo stato sfuso ad eccezione della specie Boletus edulis. I funghi secchi, provenienti da altri paesi dell'Unione
europea e dai Paesi aderenti all'accordo sullo spazio economico europeo,
possono essere commercializzati anche con altre denominazioni che facciano
riferimento al trattamento di disidratazione subito, se queste sono consentite
nei Paesi suddetti. La durabilità dei funghi secchi non può essere superiore ai
12 mesi dal confezionamento.
·
La vendita dei funghi freschi spontanei destinati al
dettaglio è consentita, previa certificazione di avvenuto controllo da parte
dell'azienda USL, secondo le modalità previste dalle autorità regionali e delle
province autonome di Trento e Bolzano. Per tale motivo il ristoratore è tenuto
ad accertarsi dell’avvenuta certificazione da parte dell’USL sui funghi che si
vuole acquistare.
Si ricorda che non sono ammesse ignoranze in
campo legislativo quindi un buon ristoratore che propone piatti contenete
funghi di stagione sia freschi che secchi dovrà, in caso di dubbi sulla natura
de quest’ultimi, accertarsi, documentarsi ed eventualmente rivolgersi alle
autorità competenti o all’USL di zona , sia per il bene proprio che per quello
dei clienti.